Sabato 11 febbraio ha avuto inizio il ciclo di incontri “Ci vediamo all’ANPI”, pensato dalla segreteria della sezione ANPI cittadina, al fine di fare luce su tanti argomenti che stanno a cuore alla nostra associazione con l’aiuto di alcuni tra i maggiori esperti di tali argomenti. Il primo incontro ha visto protagonista il prof. Andrea Rapini, storico contemporaneo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha guidato il pubblico lungo una splendida chiacchierata sull’antifascismo nell’età postcoloniale.

L’idea di parlare di era postcoloniale nasce da una considerazione piuttosto semplice, anche se tutt’altro che scontata: ossia che l’era coloniale italiana, anche se più breve rispetto a quella di altre forze europee, è durata più a lungo del fascismo, iniziando prima e finendo quasi contestualmente. E questo ha lasciato un’impronta inevitabile nel DNA di un paese abituato per decenni a pensarsi superiore sul piano economico, militare, tecnologico, e anche razziale.

La trattazione del prof. Rapini è partita da questo dato di fatto, attraversando poi le diverse fasi della vita dell’antifascismo, dalla sua genesi alla sua presa di coscienza, alla sua necessità di fare presa sulle masse, per arrivare a come, nel dopoguerra, esso sia stato un’eredità comune ai partiti dell’arco costituzionale e una fonte di legittimazione per vecchi e nuovi soggetti che si affacciavano sul mondo convulso della politica del dopoguerra: dal PCI, ai movimenti femminili, ai giovani, tutti hanno trovato nella matrice antifascista un terreno di coltura, un’esperienza di cui riappropriarsi anche per darle un nuovo significato alla luce dei tempi ormai mutati. Il cambiamento avvenuto negli anni ’90, con “mani pulite” e la scomparsa dei partiti dell’arco costituzionale, ha fatto sì che i partiti anti-antifascisti trovassero uno spazio per articolare un discorso che ha portato la seconda repubblica a sganciarsi dal fondamento antifascista che la prima aveva conservato e difeso.

Una trattazione ricca ed emozionante, che il professore ha affrontato con passione evidente e con una conoscenza capillare della materia. Il pubblico, numeroso e partecipe, ha poi rivolto a Rapini diverse domande legate al tema appena trattato. Come rapportarsi con il Giorno del Ricordo, voluto proprio da quegli anti-antifascisti una volta raggiunto il parlamento? Come intervenire nell’ambiente scolastico portando avanti quei valori fondanti della Repubblica, da cui la classe politica odierna è ormai sganciata? E ancora: è davvero possibile dire che l’era coloniale sia finita, quando vediamo coi nostri occhi quanto le potenze estere abbiano capacità decisionali nel nostro e ancor più in altri paesi, europei e non?

Andrea Rapini non si è sottratto alla discussione, portando risposte ricche di stimoli, portando nuove domande con le quali affinare le nostre capacità di riflessione, di giudizio, e di intervento sulla realtà che viviamo. La sezione ANPI di Parma è entusiasta del pomeriggio che abbiamo condiviso con il professore e coi nostri simpatizzanti, e si augura che i prossimi incontri proseguano nel segno del dialogo, del pensiero, e naturalmente dell’antifascismo.

Il prossimo appuntamento con “Ci vediamo all’ANPI” sarà lunedì 27 marzo. Ospite il professor Alessandro Portelli, critico letterario e musicale, storico e ricercatore dell’oralità. Un incontro a tema musicale che si preannuncia imperdibile.