Come ogni 30 di aprile, anche ieri abbiamo ricordato Luigi Longhi e Gaudenzio Anselmi, due ragazzi, due antifascisti, membri della resistenza, operai dell’azienda telefonica Timo, che per le loro attività di spionaggio a favore della resistenza vennero deportati a Dachau, da dove non fecero più ritorno.

Lo scorso anno si era inaugurata una modalità celebrativa itinerante, per raccontare non solo la storia dei due ragazzi ma anche la storia delle persone e dei luoghi in cui gli eventi si svolsero.

Siamo quindi partiti quindi dal luogo simbolo della Resistenza per la nostra città, il monumento al Partigiano, luogo ricco di simbologia e di rimandi storici dove la Segretaria generale di CGIL PARMA, Lisa Gattini ha introdotto l’evento seguita dai saluti istituzionali da parte del consigliere comunale Giulio Guatelli e dell’assessora provinciale Barbara Lori. È intervenuta poi la nostra Presidente di Sezione Brunella Manotti, che in qualità di storica ha parlato del luogo e degli eventi ad esso legati. Per concludere la prima tappa è poi intervenuto il cantautore e studioso di musica popolare e di lotta Rocco Rosignoli, che ha eseguito l’Inno del primo maggio di Pietro Gori, testo concepito sulle note del Va’ pensiero di Giuseppe Verdi.

La tappa successiva è stata Piazza Garibaldi, altro luogo simbolo, teatro di numerosi eventi. La sosta narrativa ha preso in esame le due lapidi poste sulla facciata del Palazzo del Governatore, ognuna di loro racconta una storia. La più tragica è sicuramente la storia dei sette martiri, trucidati in quella piazza all’alba del 1 settembre 1944, tristemente nota in città. Per raccontare l’eccidio, Rocco Rosignoli aveva composto una canzone nel lontano 2018, Sul selciato di piazza Garibaldi, brano che ha eseguito anche ieri suscitando la commozione generale.

I convenuti hanno poi attraversato la Piazza per sostare sotto i Portici del Grano dove un’altra lapide celebra il sacrificio e la partecipazione delle donne della nostra città alla lotta di Liberazione. Il tono paternalistico della scritta suscita oggi un po’ di discussioni, ma anche quello è una testimonianza dei tempi che si è rivelata utile al dialogo anche in questa occasione. Anche il brano musicale scelto riguardava la partecipazione femminile: era la traduzione in italiano de A las mujeres, un invito alla lotta scritto durante la Guerra Civile di Spagna.

Il cammino è poi proseguito fino al tribunale di Parma, dove sempre le donne furono protagoniste di una grande manifestazione quando, nell’aprile del 1944, furono arrestati a Montagnana i partigiani del distaccamento Griffith. Questo famoso “sciopero delle donne” ebbe una risonanza nazionale. Per risolvere la situazione fu necessario rivolgersi al Duce che per placare gli animi concesse una dilazione nell’applicazione delle condanne comminate ai numerosi Partigiani arrestati. Nel vicino piazzale Boito c’era una lapide dedicata allo sciopero delle donne, che è stata rimossa attorno al 2001, durante i lavori di ristrutturazione del piazzale, e mai più ritrovata.

L’ultima tappa è stata davanti al palazzo che fu della Timo, oggi Telecom, sulla sono esposte le lapidi dedicate ai due ragazzi. Andrea Rizzi segretario generale CGIL delle nuove identità di lavoro e responsabile Storia e Memoria, ha qui narrato le storie di Luigi Longhi e Gaudenzio Anselmo, e del loro sacrificio, sottolineando il profondo legame tra il movimento operaio e la lotta di liberazione nazionale che fu la resistenza. L’ultimo brano musicale è stato Fischia il vento, inno delle Brigate Garibaldi, che Rosignoli ha introdotto narrando la storia del suo autore, Luigi Cascione, comandante “Megu”. Così, cantando insieme quest’inno ben noto, si è chiusa la camminata tra le vie del nostro centro cittadino, dove ogni casa, ogni piazza, ogni borgo e ogni pietra hanno una storia da raccontare.