Il secondo appuntamento ce lo racconta la nostra Presidentessa:
Se cammino per la mia città e mi fermo a osservare ciò che ho intorno, mi accorgo che i luoghi, i monumenti, le pietre stesse racchiudono storie e memorie pronte a essere raccontate al viandante che sa domandare. Chi era Cesare della Pergola? Chi erano le persone i cui nomi troviamo incisi sulle pietre d’inciampo?
Se immaginiamo di vivere in un mondo sostenibile, dobbiamo anche pensare di opporci alla frenesia della vita quotidiana, di rallentare e di trovare il tempo per scoprire, per ricercare il senso della memoria collettiva e della memoria personale.
Ascoltare la narrazione delle vite di uomini, donne e bambini scomparsi nei campi di concentramento e di sterminio, di partigiane e partigiani che hanno pagato a caro prezzo la propria scelta e il proprio impegno, conoscere le loro storie e raccontarle a nostra volta significa fare in modo che esse possano rivivere in noi, possano essere ricordate tramite noi. Significa fare memoria attiva.
Le pietre d’inciampo intendono, infatti, ridare individualità a chi, nei campi di concentramento e di sterminio, fu ridotto a numero. Inciampare visivamente e mentalmente in una di queste piccole opere significa proprio cogliere l’occasione per fermarsi a riflettere sul passato.
Ed è questo il senso dell’iniziativa di domenica 2 aprile quando, alle ore 10.30, un folto numero di persone si è raccolto sotto i Portici del Grano per partecipare al secondo percorso di memoria diffusa tra le pietre d’inciampo del centro storico. Una mattinata di condivisione, organizzata dalla sezione “Laura e Lina Polizzi” dell’Anpi di Parma e dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea, che ha visto come voci narranti Marco Minardi e Irene Rizzi dell’Isrec e, come narratore musicale, Rocco Rosignoli dell’Anpi.
Dalla storia di Giorgio Nullo Foà, attraverso le vite di Dorice Muggia, Luigi Lusardi e Gino Amadasi, Arnaldo Canali, Sergio Larini, Aristide Zanacca, la passeggiata della memoria ha proseguito il suo percorso fino in via Torelli, dove il gruppo ha ascoltato con grande emozione gli eventi che hanno colpito la famiglia Della Pergola, per concludersi davanti allo Stadio Tardini, dove è stata posta la pietra d’inciampo che ricorda Renzo Cavallina. Intrecciare i linguaggi della memoria, come la narrazione storica e la musica, ha aperto a tutti noi partecipanti la possibilità non solo di conoscere le soggettività che stavamo incontrando ma anche di immergerci nella vita dei borghi di Parma durante il Novecento. Per molti camminare di nuovo e senza fretta tra le strade del centro ha significato ritessere anche i fili dei propri ricordi familiari, profondamente legati alla storia locale del Novecento.
Nonostante la pioggia e grazie alla bravura di Irene, Marco e Rocco che ci hanno accompagnato con entusiasmo e passione, la mattinata si è dimostrata, dunque, un momento culturale importante che ci ripromettiamo di ripetere in autunno per dare voce ad altri luoghi, ad altre opere della nostra storia locale.
Brunella Manotti