ANPI Parma

Sezione Laura e Lina Polizzi

Fate l’amore, non fate la guerra!

“Fate l’amore, non fate la guerra!” Con questo titolo abbiamo presentato “L’ Antidoto” quest’anno, che in questi giorni ha attraversato il suo primo arco solare. Questo progetto infatti era nato giusto un anno fa dall’iniziativa di alcune Sezioni ANPI della nostra Provincia, e il suo primo passo era stato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Mettemmo in campo idee, competenze e sfruttammo tutto ciò che potevamo, amici e famigliari compresi! La prima edizione, tenuta a Traversetolo fu un successo. La replicammo quindi anche a Parma in occasione dell’8 marzo, dove ottenne uguale gradimento. Decidemmo allora di avventurarci nei meandri della Costituzione, ora così pesantemente sotto attacco; portammo il risultato di quel percorso a Tizzano, con un notevole riscontro positivo.

Nel mentre si lavorava a questa nuova edizione, nell’anniversario del 25 novembre, coinvolgendo sempre più persone. Infatti, se l’anno scorso avevamo avuto solo tre uomini a collaborare con noi, quest’anno sono aumentati e hanno portato il loro contributo con generosità e passione. Sabato 30 novembre, al Centro Giovani Federale, si poteva notare che anche nel pubblico le presenze maschili erano decisamente aumentate rispetto a un anno fa, e anche il numero di giovani. Questa è solo un’osservazione e non certo una statistica, ma rincuora. A detta dei presenti anche il livello degli interventi è decisamente migliorato, e ciò non può che farci piacere. Siamo donne e uomini che ci credono e svolgono questo lavoro con passione ma solo da volenterosi dilettanti. Gli unici professionisti sono i musicisti e cantanti che tuttavia prestano il loro contributo in modo del tutto volontario, solo per impegno sociale e passione civica. Abbiamo anche un corpo di ballo che ugualmente collabora con L’Antidoto a titolo di volontariato. E in passato, anche il Coro dei Malfattori ha dato il suo contributo senza chiedere nulla in cambio.

Da un anno cerchiamo di fare del nostro meglio per portare, sotto forma di spettacolo, un approccio culturale su diverse problematiche scottanti, in una società che ne ha tanto bisogno. Speriamo di toccare e risvegliare coscienze, di coinvolgere sempre più persone in questa nuova forma di Resistenza. Non vogliamo certo imbracciare lo Sten come fecero i nostri Partigiani, ma siamo consapevoli che una forma di lotta è necessaria; e con L’Antidoto, noi la portiamo avanti attraverso i linguaggi che conosciamo: letture, poesia, canzoni, danze. E ci divertiamo pure!

RACCONTAMI PAPA’

UN RACCONTO DI VITA IN SEZIONE

Stamattina è passato dalla sede ANPI di Parma – Sezione Laura e Lina Polizzi, Gianluca Campana, figlio del Partigiano Stalin.
E’ entrato con un dono per noi, un sacchetto di clementine profumate, si è seduto e mi ha raccontato la storia del padre, membro dei SAP che operavano nella zona di S.Polo di Torrile.
Suo padre, appena diciannovenne, si salvò dai fascisti nascondendosi sotto il letame.

In seguito fu ferito due volte.
Ne parlò poco in tutta la sua lunga vita perché, diceva, “ cosa vuoi che sia, io ci sono saltato fuori. Andò molto peggio al mio amico Attilio Gombia, nome di battaglia Ascanio, per tanti anni prigioniero dei fascisti, poi torturato per mesi dalla terribile Banda Carità.”

Il Partigiano Stalin sa descrivere esattamente e lucidamente tutte le torture cui fu sottoposto il suo amico.
Gianluca è sempre più consapevole che la memoria di fatti cosi terribili e importanti non si deve perdere e, prima che sia troppo tardi, chiede al padre di andare sui luoghi in cui fu ferito, a pochi km da casa.
“Io vengo ma se viene anche Emanuele “. Emanuele è il nipote ed è commuovente la consapevolezza dell’anziano della necessità di lasciare la sua testimonianza al più giovane in famiglia. E allora vanno. Il padre racconta incalzato dalle domande del figlio Gianluca che intanto filma tutta la storia con la cinepresa in super 8.
“ Avevamo ricevuto l’incarico, come gruppo SAP, di recuperare dei soldati tedeschi prigionieri in una casa lì vicino e portarli al comando americano che da poco si era insediato a Colorno. Era il 26 aprile del ’45.
Al ritorno dovevamo abbandonare il camion rubato ai tedeschi. Prima di passare un ponticello che impediva la vista al di là, ho detto ai miei di aspettare e sono andato avanti a controllare.”

In una casa colonica lì vicino erano nascosti ben settantadue tedeschi in fuga (numero documentato in seguito a testimonianza )e uno di loro spara e un primo proiettile colpisce il Partigiano Stalin alla gola e al petto; cade riverso in un fossato e arriva il secondo proiettile. Per pochissimi centimetri viene risparmiata la colonna vertebrale.
“Credevo di morire, avevo un buco in gola e anche se schiacciavo con la mano usciva tanto sangue e avevo anche un buco nella schiena, dove era uscita la pallottola e le gambe…le gambe non le sentivo più” e in qel momento di dolore, paura e disperazione cerca di uccidersi ma non riesce a prendere il fucile a causa della debolezza del braccio ferito.

Si salva. Viene portato in ospedale dove, piano piano, guarisce.
Sono tante le storie come questa. Sono anche tanti i partigiani uccisi proprio dai tedeschi in fuga, dopo il 25 aprile.

Ma di questo racconto ciò che mi colpisce è l’emozione di Gianluca, sono i suoi occhi lucidi quando mi dice che quella bobina preziosa è stata poi digitalizzata ed è diventata un CD che pochissime persone hanno visto, un ricordo strettamente di famiglia che mai andrà perduto. Il Partigiano Stalin, in tarda età, aveva deciso di uscire dalla sua abituale riservatezza e di lasciare in eredità al nipote Emanuele i suoi ricordi più dolorosi, un’eredità che diventa di tutti gli altri ragazzi, diventa nostra, diventa mia mentre mi commuovo nell’ascoltare Gianluca seduti nella sede Anpi, nel luogo della memoria per eccellenza.

Gianluca dice “ E’ colpa della buccia delle clementine”, si asciuga gli occhi e sappiamo entrambi che non è così.

Sara Ferraglia

L’ ANTIDOTO 2024

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro la donna torniamo a proporvi il nostro “Antidoto”.

Quest’anno l’evento ha una nuova veste, a partire dal titolo: “Fate l’amore non fate la guerra”. Nella locandina appare accompagnato dall’immagine di uno dei baci più celebri nel mondo dell’arte, quello dipinto da Francesco Hayez nel 1859. Saranno molti i volontari sul palco, provenienti da diverse sezioni ANPI della Provincia. A noi si sono aggiunti alcuni amici e simpatizzanti che vogliono portare il loro contributo. Non ci saranno solo donne sul palco, ma anche diversi maschi, a sottolineare quanto l’urgenza dell’argomento sia avvertita tanto dalle une quanto dagli altri: siamo tutti coinvolti nella volontà di portare la nostra narrazione e le nostre riflessioni su un piano comune, che ci consenta di trovare l’antidoto al fenomeno della violenza di genere. Il nostro intento è quello di proporre attraverso diversi linguaggi degli spunti di riflessione sull’argomento. Lo faremo attraverso letture, musica, canzoni, poesia e danze. Ci incontreremo Sabato 30 novembre alle ore 16,30 presso il Centro Giovani Federale in Via XXIV Maggio 15 a Parma.

Al termine sarà offerto un aperitivo a tutti i presenti.

ARTURO COSTA “URSUS” UN UOMO, UN PARTIGIANO

Sabato scorso, nove Novembre, si è tenuta presso la nostra sede di Piazzale Barbieri 1, una semplice ma sentita cerimonia per ricordare il partigiano URSUS, Arturo Costa, con l’inaugurazione di una bacheca contenente gli oggetti personali della sua vita da partigiano che la famiglia ha voluto donare alla Sezione perchè il suo impegno nella Resistenza divenisse memoria pubblica. Alla cerimonia hanno partecipato tanti amici e parenti a testimonianza del forte legame che ancora ci unisce a queste persone.

Questi nostri giovani uomini e donne che hanno fatto una scelta di vita entrando nella resistenza ci hanno consegnato la possibilità di vivere in un paese democratico. Per questo è tuttora importante parlare di loro, delle loro vite, delle loro storie. In questo caso abbiamo potuto farlo sia attraverso i documenti che ci sono giunti dagli archivi sia tramite la testimonianza della figlia Patrizia, fedele custode e depositaria della memoria personale e famigliare.

Con questo incontro abbiamo tenuto fede al nostro impegno di essere memoria viva attraverso le immagini, i racconti e le testimonianze.

In questo caso abbiamo avuto il supporto della Presidentessa di ANPI Felino Simona Damenti, del Vice Presidente del Comitato Provinciale di ANPI Parma, Fausto Villazzi, della nostra Presidentessa Brunella Manotti e il commento musicale di Rocco Rosignoli Vice Presidente della Sezione nonchè quello insostituibile della vera anima di questa giornata , Patrizia Costa figlia di Arturo.

La cerimonia si è conclusa con la scopertura della bacheca, che ora fa bella mostra di sè dalle mura della nostra Sede.

Abbiamo quindi brindato ad Arturo e a tutti i nostri partigiani in un momento conviviale davvero gradito.


UN SABATO DA RICORDARE

Dopo la pioggia intensa nel corso della settimana, una bella giornata sabato 12 ottobre: si sente l’aria frizzantina di un autunno incipiente e che si appresta ad assumere colori variegati e dorati, ma non si ha tempo di indugiare, un appuntamento importante ci attende. Brunella ed io incontreremo nel Parco ducale una scolaresca di giovani diciassettenni del Liceo Marconi, il loro progetto di classe prevede una riflessione sulla città, qual è la città ideale? Come la vivono i ragazzi, che qualità le riconoscono e quali vizi le imputano? Allora perché non cominciare a conoscere il quartiere mito, l’Oltretorrente, e chi meglio di Anpi può fare da guida? Così Brunella ed io, onorate e onerate dal compito che ci attende , dopo aver preparato un piccolo itinerario, attendiamo davanti al Palazzo Ducale, dove si è consumato il primo atto di resistenza all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del ’43. I ragazzi arrivano, sembra che trascinino i piedi, noi ci guardiamo e accenniamo un gesto d’intesa come a dirci “sarà dura”! Brunella spiega e racconta l’evento di tanti anni fa, forse per loro è quasi preistoria pensiamo, ma lo sguardo di qualcuno di loro si accende, un brusio ad accennare un intervento, frenato dalla timidezza si avverte , poi uno studente legge a voce alta la lapide apposta nel ventennale dell’episodio: si possono così conoscere attraverso il linguaggio due epoche, dice Brunella, quella del fatto e quella degli anni in cui prevaleva una certa retorica. Nel breve tratto verso la seconda tappa in borgo Rodolfo Tanzi un ragazzo mi si avvicina e mi racconta che un suo prozio è morto da partigiano in Valtellina: il ghiaccio è rotto, i ragazzi cominciano ad essere partecipi. Tocca a me ora raccontare dei bombardamenti del 25 aprile del 1944, di cui è possibile vedere tracce nel retro di Santa Maria delle Grazie, ma a questo punto non posso esimermi dal narrare di come è nato il quartiere, del suo nome e delle vite che in esso si sono svolte, confesso che avrei parlato ancora più a lungo se non fosse stato per il limite del tempo. Alla terza tappa in vicolo Santa Maria davanti a casa Polizzi prende il filo del nostro racconto Aldo, che, incontrato casualmente al mercato del contadino mentre mi recavo all’appuntamento e lasciavo la mia bicicletta, si è unito a noi. La commozione è palpabile, mentre Aldo mostra il portone e le foto della stele apposta all’edificio, intreccia la storia a ricordi personali della sua famiglia e insieme ci entusiasmiamo a rammentare i libri della casa, biblioteca che fu vandalizzata dai fascisti all’arresto dei suoi. Invece un sorriso appare nei volti di tutti noi davanti al Convento delle suore Chieppine in borgo Bernabei: ci immaginiamo la Madre superiora intenta a seppellire nell’orto le armi portate dai primi resistenti. L’itinerario si conclude in Strada del Quartere davanti a casa Fano: la nostra storia sarebbe stata monca se non avessimo parlato della deportazione degli ebrei e quelle pietre d’inciampo sono come un pugno allo stomaco, anche i piccoli Luciano, Liliana e Roberto non furono risparmiati così come i loro nonni, non c’era età che suscitasse pietà. I ragazzi sono attenti e coinvolti tanto che prestano attenzione ancora alla vicenda di Daniele Bertozzi e della Brigata Parma Vecchia, la sesta tappa che non potremo raggiungere per il motivo che molti di loro abitano fuori Parma e si servono dei mezzi pubblici per raggiungere casa, perciò non si può rischiare che perdano coincidenze, li congediamo con la quasi certezza di avere seminato curiosità e desiderio di saperne di più. Io recupero la mia bicicletta e penso, rinfrancata a tutti i dubbi che avevo all’inizio: è stata proprio una bella mattinata.

Giovanna Bertani

Mirka per sempre

Avrei voluto scrivere quest’articolo in terza persona, facendo un resoconto dell’incontro di ieri presso la sede ANPI di Piazzale Barbieri 1, e dedicato alla figura di Laura Polizzi, partigiana “Mirka”, di cui la sezione porta il nome insieme a quello della sorella Lina. Ma ho scelto di farlo in prima persona, perché quello a cui abbiamo assistito non è stato solo un incontro di divulgazione storica su di una figura fondamentale dell’antifascismo parmigiano e nazionale: tra quelle mura ieri si sentiva quella persona, che come poche altre ha contribuito a costruirle, a tenerle in piedi, a farne il posto che è oggi, e che ora porta il nome suo e di sua sorella Lina.

Una sala piena, ricca di iscritti e di amici dell’ANPI, nonché dei famigliari di Mirka. Aldo Montermini, suo figlio, che è stato presidente provinciale ANPI dal 2016 al 2021 e che è attualmente nella segreteria cittadina, era fra i relatori della giornata, insieme a Carmen Motta dell’ISREC (che proprio in questi giorni sta ultimando un quaderno didattico dedicato alla figura di Laura Polizzi) e a Brunella Manotti, presidente della sezione cittadina e membro della segreteria Provinciale. L’ottima attrice Laura Cleri ha dato voce a Mirka leggendo numerose pagine delle sue memorie.

Le relazioni hanno ripercorso le tappe della carriera di Mirka, raro esempio di donna partigiana combattente, cresciuta in una casa di antifascisti e finita per scelta a combattere in montagna, diventando vicecomandante delle brigate Garibaldi dell’appennino reggiano. Le notizie storiche portate con competenza da Carmen Motta e da Brunella Manotti si sono però concesse una deviazione dal mero rigore accademico, concentrandosi sulla personale conoscenza che entrambe hanno avuto con Mirka, riportando aneddoti, episodi, conversazioni, che tanto hanno svelato del carattere di questo grande personaggio, al punto di farci sentire viva e tra noi la sua presenza come persona. A completare il quadro, le memorie personali, famigliari, portate da Aldo Montermini e dalle figlie, nipoti di Mirka, che hanno descritto l’orgoglio ma anche la fatica di essere legati dall’amore più profondo a una donna così circonfusa di affetto pubblico, così legata a impegni istituzionali: “non era certo la mamma né la nonna del mulino bianco”, hanno detto in tono scherzoso, ricordando anche la rigidità del suo carattere, temprato dall’esperienza partigiana e dalla vita politica, una vita politica che la vedeva protagonista in un’epoca in cui le donne con un ruolo non ancillare si contavano sulle dita, se non di una sola, quantomeno di poche mani.

Una cosa mi ha colpito, ed è il motivo per cui alla fine ho deciso di scrivere questa cronaca in prima persona. Carmen Motta ha raccontato di quando, dopo che nel 2006 l’ANPI decise di aprire il tesseramento anche ai non partigiani, Mirka l’avesse voluta vedere personalmente per invitarla a tesserarsi. Carmen aveva risposto di sì, naturalmente, che per l’ANPI c’era sempre stata e che avrebbe preso anche la tessera senza problemi. Si era sentita però rispondere che la tessera non va presa così alla leggera: significa abbracciare una causa, significa voler contribuire alla costruzione di una comunità, partecipare a un’attività che, mettendo insieme componenti diverse ma con uno scopo comune, tende alla realizzazione di un ideale che non si è compiuto col 25 aprile del ’45. Significa scegliersi una famiglia. Quando io ho iniziato a essere un volontario attivo all’interno di ANPI, il presidente provinciale era proprio Aldo: nelle parole che Carmen si sentì rivolgere da Mirka ho rivisto l’esatto atteggiamento che aveva lui nei confronti di chi si metteva di buona lena a disposizione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Non è stata una commemorazione, quella di ieri: è stata la rievocazione di una presenza ancora forte tra le mura di questa nostra sede, custode di quella fiamma che ha fatto di tutto per tenere accesa fino a trasmetterla a noi.

Adesso è il nostro turno.

Rocco Rosignoli

“Se voi fate il fascismo, Noi facciamo la Resistenza”

Ieri, aprendo la pagina facebook, mi sono trovata davanti questa frase che mi ha colpito molto. Si tratta del titolo del comunicato finale dell’assemblea pubblica ANPI svoltasi a Roma a Casetta rossa. L’assemblea riguardava il disegno di legge chiamato “pacchetto sicurezza”, che fa inorridire tutti noi. Ciò che mi ha colpito però in questa frase (che secondo me tutti quanti noi resistenti dovremmo adottare) è il fatto che rispecchia fedelmente ciò che stiamo facendo noi, nel nostro piccolo da un anno a questa parte: facciamo Resistenza!

Al progetto che abbiamo messo in piedi, collaborando tra diverse Sezioni ANPI della nostra Provincia, abbiamo dato il nome L’ Antidoto. Con il nostro antidoto, facciamo Resistenza coi mezzi che abbiamo alla nostra portata. Sfruttiamo infatti i diversi linguaggi a nostra disposizione, leggiamo, studiamo, facciamo ricerca; per ciò che noi da soli non potremmo fare ci rivolgiamo a professionisti che ci supportino: leggere poesia, cantare, suonare, ballare. Alla fine il risultato è sempre un pomeriggio di gradevole intrattenimento, nel quale si fa però cultura cercando di diffondere conoscenza e antifascismo.

Ieri pomeriggio a ospitare il nostro Antidoto sono stati gli amici di Anpi Tizzano, parte attiva nel progetto. Con l’aiuto del Coro dei Malfattori di Parma è nato un pomeriggio bello e importante, occasione di apprendimento e di riflessione per tutti i presenti che erano davvero numerosi. Abbiamo parlato della nostra Costituzione, della sua bellezza, e dei suoi articoli che in questo periodo sono sottoposti a un violento attacco, prendendo in esame proprio quelli maggiormente in pericolo.

Allo spettacolo ha fatto seguito un momento di socializzazione favorito da cibi e bevande, che son sempre graditi. Un grazie doveroso va a tutte le Sezioni che hanno partecipato: ANPI Langhirano, ANPI Lesignano, ANPI Parma, ANPI Tizzano, ANPI Traversetolo. Un grazie speciale al Coro dei Malfattori diretto da Dania Carpi, che ci ha supportato attivamente. Grazie infine al Comitato Provinciale, che fin dall’inizio ci appoggia in questo nostro progetto.

L’ANTIDOTO

Sul filo della Costituzione

Un’altra bella collaborazione delle Sezioni ANPI di Langhirano, Lesignano, Parma, Traversetolo, Tizzano avrà luogo domenica 29 settembre alle ore 17,00 a Tizzano presso la Sala del Centro Paglia in Via Aldo Moro. Perchè da soli si va veloci, ma insieme si va lontano.

I ribelli della Timo

Come ogni 30 di aprile, anche ieri abbiamo ricordato Luigi Longhi e Gaudenzio Anselmi, due ragazzi, due antifascisti, membri della resistenza, operai dell’azienda telefonica Timo, che per le loro attività di spionaggio a favore della resistenza vennero deportati a Dachau, da dove non fecero più ritorno.

Lo scorso anno si era inaugurata una modalità celebrativa itinerante, per raccontare non solo la storia dei due ragazzi ma anche la storia delle persone e dei luoghi in cui gli eventi si svolsero.

Siamo quindi partiti quindi dal luogo simbolo della Resistenza per la nostra città, il monumento al Partigiano, luogo ricco di simbologia e di rimandi storici dove la Segretaria generale di CGIL PARMA, Lisa Gattini ha introdotto l’evento seguita dai saluti istituzionali da parte del consigliere comunale Giulio Guatelli e dell’assessora provinciale Barbara Lori. È intervenuta poi la nostra Presidente di Sezione Brunella Manotti, che in qualità di storica ha parlato del luogo e degli eventi ad esso legati. Per concludere la prima tappa è poi intervenuto il cantautore e studioso di musica popolare e di lotta Rocco Rosignoli, che ha eseguito l’Inno del primo maggio di Pietro Gori, testo concepito sulle note del Va’ pensiero di Giuseppe Verdi.

La tappa successiva è stata Piazza Garibaldi, altro luogo simbolo, teatro di numerosi eventi. La sosta narrativa ha preso in esame le due lapidi poste sulla facciata del Palazzo del Governatore, ognuna di loro racconta una storia. La più tragica è sicuramente la storia dei sette martiri, trucidati in quella piazza all’alba del 1 settembre 1944, tristemente nota in città. Per raccontare l’eccidio, Rocco Rosignoli aveva composto una canzone nel lontano 2018, Sul selciato di piazza Garibaldi, brano che ha eseguito anche ieri suscitando la commozione generale.

I convenuti hanno poi attraversato la Piazza per sostare sotto i Portici del Grano dove un’altra lapide celebra il sacrificio e la partecipazione delle donne della nostra città alla lotta di Liberazione. Il tono paternalistico della scritta suscita oggi un po’ di discussioni, ma anche quello è una testimonianza dei tempi che si è rivelata utile al dialogo anche in questa occasione. Anche il brano musicale scelto riguardava la partecipazione femminile: era la traduzione in italiano de A las mujeres, un invito alla lotta scritto durante la Guerra Civile di Spagna.

Il cammino è poi proseguito fino al tribunale di Parma, dove sempre le donne furono protagoniste di una grande manifestazione quando, nell’aprile del 1944, furono arrestati a Montagnana i partigiani del distaccamento Griffith. Questo famoso “sciopero delle donne” ebbe una risonanza nazionale. Per risolvere la situazione fu necessario rivolgersi al Duce che per placare gli animi concesse una dilazione nell’applicazione delle condanne comminate ai numerosi Partigiani arrestati. Nel vicino piazzale Boito c’era una lapide dedicata allo sciopero delle donne, che è stata rimossa attorno al 2001, durante i lavori di ristrutturazione del piazzale, e mai più ritrovata.

L’ultima tappa è stata davanti al palazzo che fu della Timo, oggi Telecom, sulla sono esposte le lapidi dedicate ai due ragazzi. Andrea Rizzi segretario generale CGIL delle nuove identità di lavoro e responsabile Storia e Memoria, ha qui narrato le storie di Luigi Longhi e Gaudenzio Anselmo, e del loro sacrificio, sottolineando il profondo legame tra il movimento operaio e la lotta di liberazione nazionale che fu la resistenza. L’ultimo brano musicale è stato Fischia il vento, inno delle Brigate Garibaldi, che Rosignoli ha introdotto narrando la storia del suo autore, Luigi Cascione, comandante “Megu”. Così, cantando insieme quest’inno ben noto, si è chiusa la camminata tra le vie del nostro centro cittadino, dove ogni casa, ogni piazza, ogni borgo e ogni pietra hanno una storia da raccontare.

L’antidoto

di Licia Tonelli

Insieme si va lontano.

Partendo da questo adagio, con alcune sezioni Anpi della provincia di Parma abbiamo pensato di creare una sorta di “filodrammatica sociale” per portare nella comunità le tematiche che più ci stanno a cuore in questo periodo storico.

Abbiamo utilizzato i  diversi linguaggi teatrali per parlare di argomenti importanti in una forma  accattivante e coinvolgente attraverso musica, poesia e prosa allo scopo di raggiungere il maggior numero di persone possibili.

Nelle foto che vedete e negli interventi che potete leggere ci riferiamo agli eventi “teatrali” del 25 novembre 2023 e del 16 marzo 2024 rispettivamente, la giornata contro la violenza sulle donne e la giornata per i diritti delle donne,che hanno per titolo l’Antidoto, il nostro filo conduttore.

Perché questo titolo?

Perché , cogliendo l’occasione delle giornate internazionali e delle ricorrenze italiane, vogliamo fare il punto sui temi più scottanti e, soprattutto,proporre metodi e riflessioni per superare le criticità.

È un progetto ambizioso , è la Resistenza del nostro tempo.

Pensiamo che il miglior modo per commemorare le partigiane e i partigiani sia quello di cercare ,attraverso tutti i linguaggi possibili,di salvaguardare
la carta costituzionale così faticosamente conquistata.

A questo proposito, in occasione della festa della Repubblica, sarebbe auspicabile portare all’attenzione della cittadinanza i temi del premierato e della autonomia differenziata .
Si tratta di proposte di legge dell’attuale governo che modificano pochi ma fondamentali articoli con un effetto decisivo sull’equilibrio dei poteri dello stato,legislativo,esecutivo e giudiziario e il ruolo di garanzia del presidente della repubblica.

L’unica modifica necessaria,a nostro parere, è la realizzazione del mandato costituzionale che riconosce e distingue con sicurezza i diritti e i doveri di cittadine e cittadini e ci sprona a concretizzarli.

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