ANPI Parma

Sezione Laura e Lina Polizzi

L’Antidoto a Langhirano

Sabato 15 Febbraio 2025

Presso il Centro culturale ” E: Bizzi ”  

Langhirano


Le ANPI di Langhirano , Lesignano, Parma, Tizzano, Traversetolo hanno interpretato  la parola d’ordine di questo ANTIDOTO:

Esprimere dissenso non è reato, è Democrazia.

La sala gremita di donne, uomini, di ogni età, presentava la sua identità: un teatro sociale che prometteva attenzione e passione verso argomenti sensibili stante la situazione attuale della politica costituzionale nel nostro Paese.La nutrita schiera del CORO DEI MALFATTORI occupava il fondo della sala e già questo garantiva una parte del successo che c’è stato. Ogni invitato ha ricevuto il programma di sala elegantemente redatto da Caterina Graiani .  Ecco la sequenza degli interventi:

Introduzione e presentazione Logo ( Giacomina Schiaretti )

Il bersagliere ha cento penne (Malfattori)

Discorso sulla Costituzione del 1955 di P: Calamandrei letto da Paolo Bocchia in rappresentanza del Coro I Malfattori di Parma

Nostra Signora Costituzione – poesia di Sara Ferraglia

Art1 ( il lavoro) testo di Giacomina Schiaretti

“Son la mondina ” di Piero Besate ( Malfattori)

Primo Maggio -poesia di Sara Ferraglia

” D.D.L. Sicurezza  Esprimere dissenso non è reato  è Democrazia” testo di Daniela Torri

E per la strada – ( Malfattori )

” Art.11- La Guerra testo di Eva Martini.

” Il disertore” -Boris Vian ( Malfattori)

” La Madre di tutte le riforme ” testo di Licia Tonelli.

” Poeti di tutto il Mondo Unitevi” – Sara Ferraglia

” Cinque Lampi ” Autori vari letti da Giovanni Trombi

” Nonno Bach. La musica spiegata ai bambini ”  autore Ramin Baharami- brani scelti da Franca Laviosa .

” O Cielo, O Cielo – di Anonimo  ( Malfattori) 

Breve discorso di Franca Laviosa,volontaria  che ha raccolto le offerte all’ ingresso della sala .

La generosità della cifra ci permetterà di continuare la nostra iniziativa  in altri Comuni prevedendo sempre  all’ingresso, la donazione del programma di sala e  il libro della  Costituzione, e in chiusura rinfresco per familiarizzare .

La presenza del vice Sindaco di Langhirano, Anthony Monica , attento e partecipe durante lo spettacolo, è andata oltre al dovere istituzionale: le sue parole nel breve commiato hanno costituito un impegno permanente sui temi dell’ ANTIDOTO .

Milena Villa , colei ha dato inizio e impulso alla storia dell’ANTIDOTO con le VOLONTARIE ANPI-REGINE ha chiuso l’evento con la consueta testimonianza di volontà resistente.

La volontaria  Franca Laviosa

LA COMPAGNIA DI TEATRO SOCIALE L’ANTIDOTO HA UN SUO LOGO

E’ con vero piacere che presentiamo il nostro logo, anch’esso nato dall’incessante ronzio dell’alveare. La compagnia nasce poco piu’ di un anno fa dal desiderio di alcune volontarie, appartenenti a diverse Sezioni, di esplorare insieme nuove forme di Resistenza. Quindi non solo memoria, ma promozione di una cultura di libertà, pace, inclusione, condivisione attraverso espressioni artistiche: letture, canti, poesie e anche danze.

Perchè lo abbiamo chiamato così ?

Ve lo racconta la nostra volontaria Giacomina Schiaretti.

ANTIDOTO

definizione: “qualsiasi sostanza capace di neutralizzare l’azione di un veleno su un organismo”

Qual’è l’organismo che, attaccato da veleni necessita di cura?

E poi le api, queste operose api che portano ampolle diverse, diversi antidoti? diversi veleni?

Partiamo dalle api. L’alveare di queste api, il loro luogo di nascita è ANPI e il loro lavoro è improntato alla difesa di quella storia, di quei valori che ci hanno consentito tanti anni di libertà, pace, benessere futuro. Attraverso il loro lavoro, queste api cercano di portare ristoro e cura, ” gli antidoti” all’organismo in difficoltà.

Questo organismo è la nostra società, il nostro futuro, attaccato da pericolosi e subdoli veleni.

Teatro sociale: riflessioni libere, spunti per discutere insieme sui problemi della nostra società ricordando sempre tre parole fondamentali, conoscere, capire

e scegliere.

“L’antidoto” a Baganzola: prima serata della campagna di tesseramento!

Il giorno 30 gennaio ha avuto inizio ufficialmente la nostra campagna di tesseramento per il 2025 in collaborazione coi Circoli ARCI della Città. Abbiamo iniziato dal Circolo ARCI Golese, col quale già dallo scorso anno abbiamo iniziato un’ottima collaborazione. Per l’occasione abbiamo portato loro la nostra “Compagnia di teatro Sociale L’Antidoto”, composta da volontarie di numerose sezioni della città e della provincia di Parma. L’esperienza è nata poco più di un anno fa, con il desiderio di esplorare insieme nuove forme di Resistenza. Quindi non solo memoria, ma promozione di una cultura di libertà, pace, inclusione, condivisione attraverso espressioni artistiche: letture, canti, poesie e anche danze! Le nostre volontarie, armate di carta penna e menti, lavorano alacremente, dando vita ad un alveare composto tutto da “ANPI Regine”!

Per l’occasione abbiamo portato un programma ridotto ma significativo, coadiuvate anche dagli amici del Coro dei Malfattori di Parma.

Riportiamo integralmente l’intervento di Licia Tonelli per dare un’idea del lavoro che svolgiamo!

#MIGRAZIONIUMANE

Le migrazioni umane sono ciò che ci ha resi ciò che siamo: uomini e donne sociali, in grado di superare tutte le difficoltà che una natura ostile presentava a delle scimmie nude, quali eravamo all’alba della nostra specie, circa centomila anni fa. 

La comparsa dell’essere umano moderno? Un battito di ciglia nella storia della vita sulla terra, tanto è vero che, se la pensassimo distribuita nell’arco di un anno, l’essere umano avrebbe fatto la sua comparsa il 31 dicembre, poco prima della mezzanotte, in tempo per i botti. 

L’uomo e la donna non sono all’apice della creazione come ci hanno raccontato, sono solo l’ultima creatura del genere Homo apparsa sul pianeta, dotata però del dono dell’immaginazione e della capacità di collaborare con i propri simili. 

Ormai ciò che abbiamo costruito equivale, in peso, a quello dei regni animale e vegetale insieme. 

Questo dato dovrebbe farci riflettere circa il nostro impatto sul pianeta. Un impatto che potrebbe portarci all’estinzione, come è successo a tantissimi altri esseri viventi, ma per noi non servirebbe un meteorite. 

Centomila anni fa, quindi, siamo partiti per l’ennesima volta dall’Africa, una tappa obbligata, ed è ricominciata la “sostituzione etnica”, con o senza il beneplacito del ministro Lollobrigida. 

L’essere umano fermo proprio non ci può e non ci deve stare, non sarebbe un essere umano. 

La migrazione è un fattore evolutivo e strategico fondamentale, da sempre le popolazioni si muovono; a causa dei cambiamenti climatici, per esempio. Mescolandosi, si rafforzano: la cosiddetta”purezza” di una popolazione è l’anticamera dell’estinzione. 

Tentare di fermare le migrazioni significa torturare e uccidere, spesso nel silenzio generale, come abbiamo visto e vediamo succedere ovunque. 

Una specie sola vive sulla terra, siamo tutti parenti: ce lo dicono il DNA e la ricerca scientifica e siamo tutti differenti, lo dicono le innumerevoli culture che abbiamo sviluppato e i tratti somatici che ci hanno spesso tratto in inganno. 

Una piccolissima parte del patrimonio genetico definisce i tratti somatici: colore della pelle, degli occhi… 

È proprio vero che l’essenziale è invisibile agli occhi. 

Oggi siamo quasi 7 miliardi d’individui, abbiamo raggiunto progressi inimmaginabili e bassezze altrettanto impensabili. 

La Costituzione Italiana, quel miracolo laico, quella rivoluzione promessa, scritta da uomini e donne in meno di un anno di lavoro comunitario, eredità e naturale continuazione degli ideali della Resistenza, ci offre tutti gli antidoti necessari per opporci all’autodistruzione. 

Uguaglianza, cura delle persone e dell’ambiente, sono chiaramente espressi nella Carta costituzionale, a disposizione delle forze politiche che volessero realizzarli. 

Sembra difficile però in questo momento storico avere in Parlamento dei rappresentanti del popolo che assicurino l’attuazione della Costituzione, ancor più difficile perché molti di noi non esercitano il diritto e dovere civico del voto, sostenuto nell’articolo 48 della Carta costituzionale. 

Mio nonno Nello, socialista, titolo di studio seconda elementare, mezzadro, con il garofano al bavero della giacca quando era proibito, mi diceva che bisognava sempre andare a votare, per poter continuare a farlo. 

Le nuove resistenze camminano portando con sé ciò che ci ha insegnato la prima. 

Giornate della memoria…

Quest’anno il “Giorno della Memoria” ha visto la nostra seazione impegnata su più fronti e in luoghi diversi: abbiamo iniziato il giorno 25 gennaio dalla nostra sede di Piazzale Barbieri 1 aprendo il ciclo di incontri “Ci vediamo all’ANPI” con la direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza di Torino Barbara Berruti che, dialogando con Brunella Manotti e Paola Varesi e con gli interventi musicali di Rocco Rosignoli, ha tenuto una conferenza dal titolo “Le donne cambiano la storia – Riflessione sulle donne fra Resistenza e deportazione”. Quale migliore inizio per una Sezione intitolata a due donne, sorelle e partigiane, di cui una deportata a Ravensbruck?

È stato davver un incontro importante, con una storica dalle grandi competenze ma che ha improntato la sua relazione su semplicità e dialogo. E di certo abbiamo posto le basi per future collaborazioni.

C’è stata grande affluenza di pubblico, e l’iniziativa è stata un successo di cui ha riferito anche la Gazzetta di Parma.

Il nostro impegno nel giorno della memoria è poi continuato nei giorni succesivi con la presenza di ANPI presso il Circolo Arci Golese, dove il nostro vicepresidente di sezione Rocco Rosignoli ha incontrato gli studenti delle scuole medie Malpeli di Baganzola. Ha raccontato loro dei bambini ebrei parmigiani deportati e assassinati durante la Shoah; ma Rocco, che per ragioni di studio si interessa e interagisce costantemente col mondo ebraico di ieri e di oggi, ha voluto soprattutto raccontare la lunga storia del pregiudizio antiebraico, e di come tra ‘800 e ‘900 dall’antigiudaismo cristiano si sia passati all’antisemitismo razzista, che ha reso possibile il tentativo di sterminio di massa messo in atto da Hitler e Mussolini.

Ringraziamo gli amici del circolo e gli insegnanti della scuola per averci proposto quest’incontro. Seminare un pensiero di Resistenza tra i ragazzi è la nostra vita e la nostra missione.

Nel frattempo anche quest’anno i nostri volontari dell’Oltretorrente, proseguendo l’iniziativa intrapresa dalla nostra sezione insieme a ISREC e Comunità Ebraica, non hanno mancato di prendersi cura delle pietre d’inciampo a loro affidate! A tutti loro va il nostro grazie.

LA CENA DELLA PACE

Sabato 7 dicembre, presso il Circolo Arci San Lazzaro di Parma, si è svolta una serata all’insegna della riflessione e della cultura, nell’ambito del Festival della Pace.

La serata è iniziata con la Cena della Pace, un momento conviviale pensato per favorire il dialogo e la condivisione tra i partecipanti. A seguire, la compagnia di teatro sociale “L’Antidoto” ha presentato lo spettacolo “La pace non si tace”, un intreccio di letture e poesie accompagnate dalle musiche del cantautore Alberto Padovani.

La compagnia teatrale “L’Antidoto”, composta dalle sezioni ANPI di Langhirano, Lesignano, Parma, Tizzano e Traversetolo, ha guidato il pubblico attraverso temi profondi come la pace, la Resistenza, l’antifascismo e la Costituzione italiana.

Grazie a una combinazione di testi emozionanti e brani musicali evocativi, la rappresentazione ha offerto spunti di riflessione su valori fondamentali della società, stimolando il pubblico a interrogarsi sull’importanza della memoria storica e dell’impegno civile.

La serata ha registrato una buona affluenza di pubblico, segno del forte interesse verso i temi trattati e della capacità dell’iniziativa di coinvolgere la comunità locale.

L’evento è riuscito a coniugare momenti di convivialità con un significativo approfondimento culturale e sociale. Il contributo di Anpi al Festival della Pace si conferma un’importante occasione per promuovere i valori della pace e della solidarietà.

Fausto Villazzi

Fate l’amore, non fate la guerra!

“Fate l’amore, non fate la guerra!” Con questo titolo abbiamo presentato “L’ Antidoto” quest’anno, che in questi giorni ha attraversato il suo primo arco solare. Questo progetto infatti era nato giusto un anno fa dall’iniziativa di alcune Sezioni ANPI della nostra Provincia, e il suo primo passo era stato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Mettemmo in campo idee, competenze e sfruttammo tutto ciò che potevamo, amici e famigliari compresi! La prima edizione, tenuta a Traversetolo fu un successo. La replicammo quindi anche a Parma in occasione dell’8 marzo, dove ottenne uguale gradimento. Decidemmo allora di avventurarci nei meandri della Costituzione, ora così pesantemente sotto attacco; portammo il risultato di quel percorso a Tizzano, con un notevole riscontro positivo.

Nel mentre si lavorava a questa nuova edizione, nell’anniversario del 25 novembre, coinvolgendo sempre più persone. Infatti, se l’anno scorso avevamo avuto solo tre uomini a collaborare con noi, quest’anno sono aumentati e hanno portato il loro contributo con generosità e passione. Sabato 30 novembre, al Centro Giovani Federale, si poteva notare che anche nel pubblico le presenze maschili erano decisamente aumentate rispetto a un anno fa, e anche il numero di giovani. Questa è solo un’osservazione e non certo una statistica, ma rincuora. A detta dei presenti anche il livello degli interventi è decisamente migliorato, e ciò non può che farci piacere. Siamo donne e uomini che ci credono e svolgono questo lavoro con passione ma solo da volenterosi dilettanti. Gli unici professionisti sono i musicisti e cantanti che tuttavia prestano il loro contributo in modo del tutto volontario, solo per impegno sociale e passione civica. Abbiamo anche un corpo di ballo che ugualmente collabora con L’Antidoto a titolo di volontariato. E in passato, anche il Coro dei Malfattori ha dato il suo contributo senza chiedere nulla in cambio.

Da un anno cerchiamo di fare del nostro meglio per portare, sotto forma di spettacolo, un approccio culturale su diverse problematiche scottanti, in una società che ne ha tanto bisogno. Speriamo di toccare e risvegliare coscienze, di coinvolgere sempre più persone in questa nuova forma di Resistenza. Non vogliamo certo imbracciare lo Sten come fecero i nostri Partigiani, ma siamo consapevoli che una forma di lotta è necessaria; e con L’Antidoto, noi la portiamo avanti attraverso i linguaggi che conosciamo: letture, poesia, canzoni, danze. E ci divertiamo pure!

RACCONTAMI PAPA’

UN RACCONTO DI VITA IN SEZIONE

Stamattina è passato dalla sede ANPI di Parma – Sezione Laura e Lina Polizzi, Gianluca Campana, figlio del Partigiano Stalin.
E’ entrato con un dono per noi, un sacchetto di clementine profumate, si è seduto e mi ha raccontato la storia del padre, membro dei SAP che operavano nella zona di S.Polo di Torrile.
Suo padre, appena diciannovenne, si salvò dai fascisti nascondendosi sotto il letame.

In seguito fu ferito due volte.
Ne parlò poco in tutta la sua lunga vita perché, diceva, “ cosa vuoi che sia, io ci sono saltato fuori. Andò molto peggio al mio amico Attilio Gombia, nome di battaglia Ascanio, per tanti anni prigioniero dei fascisti, poi torturato per mesi dalla terribile Banda Carità.”

Il Partigiano Stalin sa descrivere esattamente e lucidamente tutte le torture cui fu sottoposto il suo amico.
Gianluca è sempre più consapevole che la memoria di fatti cosi terribili e importanti non si deve perdere e, prima che sia troppo tardi, chiede al padre di andare sui luoghi in cui fu ferito, a pochi km da casa.
“Io vengo ma se viene anche Emanuele “. Emanuele è il nipote ed è commuovente la consapevolezza dell’anziano della necessità di lasciare la sua testimonianza al più giovane in famiglia. E allora vanno. Il padre racconta incalzato dalle domande del figlio Gianluca che intanto filma tutta la storia con la cinepresa in super 8.
“ Avevamo ricevuto l’incarico, come gruppo SAP, di recuperare dei soldati tedeschi prigionieri in una casa lì vicino e portarli al comando americano che da poco si era insediato a Colorno. Era il 26 aprile del ’45.
Al ritorno dovevamo abbandonare il camion rubato ai tedeschi. Prima di passare un ponticello che impediva la vista al di là, ho detto ai miei di aspettare e sono andato avanti a controllare.”

In una casa colonica lì vicino erano nascosti ben settantadue tedeschi in fuga (numero documentato in seguito a testimonianza )e uno di loro spara e un primo proiettile colpisce il Partigiano Stalin alla gola e al petto; cade riverso in un fossato e arriva il secondo proiettile. Per pochissimi centimetri viene risparmiata la colonna vertebrale.
“Credevo di morire, avevo un buco in gola e anche se schiacciavo con la mano usciva tanto sangue e avevo anche un buco nella schiena, dove era uscita la pallottola e le gambe…le gambe non le sentivo più” e in qel momento di dolore, paura e disperazione cerca di uccidersi ma non riesce a prendere il fucile a causa della debolezza del braccio ferito.

Si salva. Viene portato in ospedale dove, piano piano, guarisce.
Sono tante le storie come questa. Sono anche tanti i partigiani uccisi proprio dai tedeschi in fuga, dopo il 25 aprile.

Ma di questo racconto ciò che mi colpisce è l’emozione di Gianluca, sono i suoi occhi lucidi quando mi dice che quella bobina preziosa è stata poi digitalizzata ed è diventata un CD che pochissime persone hanno visto, un ricordo strettamente di famiglia che mai andrà perduto. Il Partigiano Stalin, in tarda età, aveva deciso di uscire dalla sua abituale riservatezza e di lasciare in eredità al nipote Emanuele i suoi ricordi più dolorosi, un’eredità che diventa di tutti gli altri ragazzi, diventa nostra, diventa mia mentre mi commuovo nell’ascoltare Gianluca seduti nella sede Anpi, nel luogo della memoria per eccellenza.

Gianluca dice “ E’ colpa della buccia delle clementine”, si asciuga gli occhi e sappiamo entrambi che non è così.

Sara Ferraglia

L’ ANTIDOTO 2024

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro la donna torniamo a proporvi il nostro “Antidoto”.

Quest’anno l’evento ha una nuova veste, a partire dal titolo: “Fate l’amore non fate la guerra”. Nella locandina appare accompagnato dall’immagine di uno dei baci più celebri nel mondo dell’arte, quello dipinto da Francesco Hayez nel 1859. Saranno molti i volontari sul palco, provenienti da diverse sezioni ANPI della Provincia. A noi si sono aggiunti alcuni amici e simpatizzanti che vogliono portare il loro contributo. Non ci saranno solo donne sul palco, ma anche diversi maschi, a sottolineare quanto l’urgenza dell’argomento sia avvertita tanto dalle une quanto dagli altri: siamo tutti coinvolti nella volontà di portare la nostra narrazione e le nostre riflessioni su un piano comune, che ci consenta di trovare l’antidoto al fenomeno della violenza di genere. Il nostro intento è quello di proporre attraverso diversi linguaggi degli spunti di riflessione sull’argomento. Lo faremo attraverso letture, musica, canzoni, poesia e danze. Ci incontreremo Sabato 30 novembre alle ore 16,30 presso il Centro Giovani Federale in Via XXIV Maggio 15 a Parma.

Al termine sarà offerto un aperitivo a tutti i presenti.

ARTURO COSTA “URSUS” UN UOMO, UN PARTIGIANO

Sabato scorso, nove Novembre, si è tenuta presso la nostra sede di Piazzale Barbieri 1, una semplice ma sentita cerimonia per ricordare il partigiano URSUS, Arturo Costa, con l’inaugurazione di una bacheca contenente gli oggetti personali della sua vita da partigiano che la famiglia ha voluto donare alla Sezione perchè il suo impegno nella Resistenza divenisse memoria pubblica. Alla cerimonia hanno partecipato tanti amici e parenti a testimonianza del forte legame che ancora ci unisce a queste persone.

Questi nostri giovani uomini e donne che hanno fatto una scelta di vita entrando nella resistenza ci hanno consegnato la possibilità di vivere in un paese democratico. Per questo è tuttora importante parlare di loro, delle loro vite, delle loro storie. In questo caso abbiamo potuto farlo sia attraverso i documenti che ci sono giunti dagli archivi sia tramite la testimonianza della figlia Patrizia, fedele custode e depositaria della memoria personale e famigliare.

Con questo incontro abbiamo tenuto fede al nostro impegno di essere memoria viva attraverso le immagini, i racconti e le testimonianze.

In questo caso abbiamo avuto il supporto della Presidentessa di ANPI Felino Simona Damenti, del Vice Presidente del Comitato Provinciale di ANPI Parma, Fausto Villazzi, della nostra Presidentessa Brunella Manotti e il commento musicale di Rocco Rosignoli Vice Presidente della Sezione nonchè quello insostituibile della vera anima di questa giornata , Patrizia Costa figlia di Arturo.

La cerimonia si è conclusa con la scopertura della bacheca, che ora fa bella mostra di sè dalle mura della nostra Sede.

Abbiamo quindi brindato ad Arturo e a tutti i nostri partigiani in un momento conviviale davvero gradito.


UN SABATO DA RICORDARE

Dopo la pioggia intensa nel corso della settimana, una bella giornata sabato 12 ottobre: si sente l’aria frizzantina di un autunno incipiente e che si appresta ad assumere colori variegati e dorati, ma non si ha tempo di indugiare, un appuntamento importante ci attende. Brunella ed io incontreremo nel Parco ducale una scolaresca di giovani diciassettenni del Liceo Marconi, il loro progetto di classe prevede una riflessione sulla città, qual è la città ideale? Come la vivono i ragazzi, che qualità le riconoscono e quali vizi le imputano? Allora perché non cominciare a conoscere il quartiere mito, l’Oltretorrente, e chi meglio di Anpi può fare da guida? Così Brunella ed io, onorate e onerate dal compito che ci attende , dopo aver preparato un piccolo itinerario, attendiamo davanti al Palazzo Ducale, dove si è consumato il primo atto di resistenza all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del ’43. I ragazzi arrivano, sembra che trascinino i piedi, noi ci guardiamo e accenniamo un gesto d’intesa come a dirci “sarà dura”! Brunella spiega e racconta l’evento di tanti anni fa, forse per loro è quasi preistoria pensiamo, ma lo sguardo di qualcuno di loro si accende, un brusio ad accennare un intervento, frenato dalla timidezza si avverte , poi uno studente legge a voce alta la lapide apposta nel ventennale dell’episodio: si possono così conoscere attraverso il linguaggio due epoche, dice Brunella, quella del fatto e quella degli anni in cui prevaleva una certa retorica. Nel breve tratto verso la seconda tappa in borgo Rodolfo Tanzi un ragazzo mi si avvicina e mi racconta che un suo prozio è morto da partigiano in Valtellina: il ghiaccio è rotto, i ragazzi cominciano ad essere partecipi. Tocca a me ora raccontare dei bombardamenti del 25 aprile del 1944, di cui è possibile vedere tracce nel retro di Santa Maria delle Grazie, ma a questo punto non posso esimermi dal narrare di come è nato il quartiere, del suo nome e delle vite che in esso si sono svolte, confesso che avrei parlato ancora più a lungo se non fosse stato per il limite del tempo. Alla terza tappa in vicolo Santa Maria davanti a casa Polizzi prende il filo del nostro racconto Aldo, che, incontrato casualmente al mercato del contadino mentre mi recavo all’appuntamento e lasciavo la mia bicicletta, si è unito a noi. La commozione è palpabile, mentre Aldo mostra il portone e le foto della stele apposta all’edificio, intreccia la storia a ricordi personali della sua famiglia e insieme ci entusiasmiamo a rammentare i libri della casa, biblioteca che fu vandalizzata dai fascisti all’arresto dei suoi. Invece un sorriso appare nei volti di tutti noi davanti al Convento delle suore Chieppine in borgo Bernabei: ci immaginiamo la Madre superiora intenta a seppellire nell’orto le armi portate dai primi resistenti. L’itinerario si conclude in Strada del Quartere davanti a casa Fano: la nostra storia sarebbe stata monca se non avessimo parlato della deportazione degli ebrei e quelle pietre d’inciampo sono come un pugno allo stomaco, anche i piccoli Luciano, Liliana e Roberto non furono risparmiati così come i loro nonni, non c’era età che suscitasse pietà. I ragazzi sono attenti e coinvolti tanto che prestano attenzione ancora alla vicenda di Daniele Bertozzi e della Brigata Parma Vecchia, la sesta tappa che non potremo raggiungere per il motivo che molti di loro abitano fuori Parma e si servono dei mezzi pubblici per raggiungere casa, perciò non si può rischiare che perdano coincidenze, li congediamo con la quasi certezza di avere seminato curiosità e desiderio di saperne di più. Io recupero la mia bicicletta e penso, rinfrancata a tutti i dubbi che avevo all’inizio: è stata proprio una bella mattinata.

Giovanna Bertani

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