Continuano gli incontri del ciclo Ci vediamo all’ANPI, pensati dalla segreteria della sezione ANPI cittadina Laura e Lina Polizzi per dare ai suoi iscritti la possibilità di un confronto su temi di interesse dell’associazione, sotto la guida di alcuni fra i maggiori esperti contemporanei. Dopo Andrea Rapini e Angelo d’Orsi, il 27 maggio sarà la volta di Claudio Vercelli, storico contemporaneo di chiara fama, nonché collaboratore del giornale della nostra associazione Patria Indipendente. Claudio Vercelli, oltre a essere tra i maggiori esperti sulla questione mediorientale, è anche uno dei più attenti osservatori della realtà del neofascismo, in tutte le sue declinazioni. E proprio “Neofascismo in grigio” sarà il titolo della conferenza in programma per sabato 27 maggio alle 17. Il titolo è preso da un libro dello stesso Claudio Vercelli edito nel 2021; il professore traccerà un quadro esaustivo delle destre radicali in Italia e in Europa, fra evocazioni nostalgiche e prese di posizione antisistema, a volte esplicite, a volte sotterranee, sempre caratterizzate da una retorica reazionaria antidemocratica ben connotata.
L’incontro è aperto alla cittadinanza. L’ingresso è a offerta libera, fino a esaurimento posti.
Una lettera di Priamo Bocchi esprime “sconcerto e disappunto” per il fatto che alla Scuola Elementare Cocconi si sia scelto di far cantare ai bambini Bella Ciao in un saggio di fine anno. La sua lettera parla di un canto rappresentativo di una fazione della “guerra civile” combattuta tra il ’43 e il ’45, facendo uso del consueto arsenale retorico cui l’estrema destra ricorre quando c’è da mettere in dubbio la legittimità della Resistenza.
Non ci stupisce dunque il contenuto di questa lettera. Forse, da un partito che si chiama “Fratelli d’Italia” ci si aspetterebbe la capacità di riconoscere un testo patriottico: Bella Ciao infatti, canzone che durante la Resistenza fu cantata solo dalla Brigata Maiella in Abruzzo, non contiene alcun cenno alla lotta tra fascisti e antifascisti, parla bensì della lotta contro l’invasore. Quell’invasore che, con l’aiuto attivo della Repubblica Sociale Italiana, si fece autore di quegli “eccidi, fosse comuni, regolamenti di conti, sevizie e barbarie” di cui Bocchi stesso parla nella sua lettera, dimenticando forse la genesi del suo partito. Considerando l’evoluzione che dalla Repubblica Sociale Italiana ha portato prima al Movimento Sociale Italiano, poi ad Alleanza Nazionale, e da lì a Fratelli d’Italia, si capisce bene perché questa canzone dia fastidio: ricorda un’eredità scomoda.
Bella Ciao è la canzone che, dopo la caduta del fascismo, si è imposta come depositaria della memoria della Resistenza. E l’ha fatto per un motivo molto semplice: andava bene a tutti. Cattolici, socialisti, monarchici, comunisti, perfino gli anarchici, non trovavano barriere ideologiche che impedissero di cantarla tutti insieme, nelle piazze, a celebrare quella data in cui l’invasore era stato sconfitto. Gli unici che non la cantavano erano quelli che di quell’invasore erano stati i complici. Quelli che si erano celati dietro una vuota propaganda nazionalistica, ma piegando di fatto il capo a una potenza straniera e invadente. Non per niente il Movimento Sociale Italiano non partecipò ai lavori dell’Assemblea Costituente, espressione diretta delle forze che con l’aiuto degli alleati avevano liberato l’Italia dal giogo tedesco: loro di quel giogo erano stati i fedeli servitori.
Lasciamo quindi che Bocchi si tenga il suo sconcerto e il suo disappunto, sappiamo da dove arrivano. Agli insegnanti della Scuola Cocconi, caduti al centro di questa polemica sterile, va la nostra solidarietà, nel nome della libertà dell’insegnamento. Nessun partito, dentro o fuori dal governo, potrà impedire ai bambini di cantare Bella Ciao, la canzone di un’Italia che si è riscattata agli occhi del mondo grazie a un popolo in armi, che a differenza dei repubblichini ha rifiutato di servire la disumanità del nazismo.
Se poi Bocchi vuole che si canti anche Blowin’ in the wind, ben venga: parlando di eredità, Bob Dylan si rifaceva direttamente a Woody Guthrie, e cosa pensasse Woody dei fascisti è cosa ben nota.
Continuano i nostri incontri di libera lettura di poesia e non sempre c’e’ il tempo per scriverne, ma ecco che ci vengono in aiuto le amiche lettrici che condividono con noi l’interesse e il piacere di questi nostri pomeriggi:
Eravamo in otto nel pomeriggio di sabato 22 Aprile all’ANPI di Parma per incontrare La Poesia è Terra Libera. Nella vigilia della festa della LIBERAZIONE, è stato naturale parlare di libertà ,di lotta per conquistarla e conservarla; di proporla sempre come forza vitale. Così le carissime partecipanti hanno letto, commentato, inventato un dialogo franco e collaborativo mentre si leggevano testi i più diversi ma tutti concorrenti a rinsaldare l’idea della LIBERAZIONE dalla guerra, dall’inimicizia, dal silenziatore che mettiamo alla voce dei nostri cuori che sono fatti per l’amore. Nel fondo della sala, il giovane partigiano raffigurato sull’ampia parete, in una commovente immagine di vittima, forse ha sorriso con la consapevolezza del giusto.
Ringraziamo l’amico Stefano Vivan per il video integrale della conferenza del prof. Angelo d’Orsi tenuta nella nostra sede il 21 aprile 2023, dal titolo “Nuovo ordine mondiale, vecchio disordine italiano”.
Quest’anno l’Anpi nazionale ha dedicato il 25 aprile alla Resistenza delle donne, un gesto dal significato simbolico molto forte in un momento in cui nel nostro Paese viene costantemente attaccata la memoria di tutti coloro che hanno scelto di opporsi al fascismo e al nazismo e che hanno lottato anche a costo della propria vita. L’invito è a non dimenticarsi di nessuno né, soprattutto, di nessuna, portando un fiore nelle strade intitolate ad alcune partigiane. Per questo la sezione di Parma invita le cittadine e i cittadini a partecipare attivamente a questa iniziativa anche in città, inviandoci foto, video o brevi pensieri inerenti alla deposizione di una rosa in una delle strade che indichiamo nella guida in pdf da scaricare qui.
Il secondo appuntamento ce lo racconta la nostra Presidentessa:
Se cammino per la mia città e mi fermo a osservare ciò che ho intorno, mi accorgo che i luoghi, i monumenti, le pietre stesse racchiudono storie e memorie pronte a essere raccontate al viandante che sa domandare. Chi era Cesare della Pergola? Chi erano le persone i cui nomi troviamo incisi sulle pietre d’inciampo?
Se immaginiamo di vivere in un mondo sostenibile, dobbiamo anche pensare di opporci alla frenesia della vita quotidiana, di rallentare e di trovare il tempo per scoprire, per ricercare il senso della memoria collettiva e della memoria personale.
Ascoltare la narrazione delle vite di uomini, donne e bambini scomparsi nei campi di concentramento e di sterminio, di partigiane e partigiani che hanno pagato a caro prezzo la propria scelta e il proprio impegno, conoscere le loro storie e raccontarle a nostra volta significa fare in modo che esse possano rivivere in noi, possano essere ricordate tramite noi. Significa fare memoria attiva.
Le pietre d’inciampo intendono, infatti, ridare individualità a chi, nei campi di concentramento e di sterminio, fu ridotto a numero. Inciampare visivamente e mentalmente in una di queste piccole opere significa proprio cogliere l’occasione per fermarsi a riflettere sul passato.
Ed è questo il senso dell’iniziativa di domenica 2 aprile quando, alle ore 10.30, un folto numero di persone si è raccolto sotto i Portici del Grano per partecipare al secondo percorso di memoria diffusa tra le pietre d’inciampo del centro storico. Una mattinata di condivisione, organizzata dalla sezione “Laura e Lina Polizzi” dell’Anpi di Parma e dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea, che ha visto come voci narranti Marco Minardi e Irene Rizzi dell’Isrec e, come narratore musicale, Rocco Rosignoli dell’Anpi.
Dalla storia di Giorgio Nullo Foà, attraverso le vite di Dorice Muggia, Luigi Lusardi e Gino Amadasi, Arnaldo Canali, Sergio Larini, Aristide Zanacca, la passeggiata della memoria ha proseguito il suo percorso fino in via Torelli, dove il gruppo ha ascoltato con grande emozione gli eventi che hanno colpito la famiglia Della Pergola, per concludersi davanti allo Stadio Tardini, dove è stata posta la pietra d’inciampo che ricorda Renzo Cavallina. Intrecciare i linguaggi della memoria, come la narrazione storica e la musica, ha aperto a tutti noi partecipanti la possibilità non solo di conoscere le soggettività che stavamo incontrando ma anche di immergerci nella vita dei borghi di Parma durante il Novecento. Per molti camminare di nuovo e senza fretta tra le strade del centro ha significato ritessere anche i fili dei propri ricordi familiari, profondamente legati alla storia locale del Novecento.
Nonostante la pioggia e grazie alla bravura di Irene, Marco e Rocco che ci hanno accompagnato con entusiasmo e passione, la mattinata si è dimostrata, dunque, un momento culturale importante che ci ripromettiamo di ripetere in autunno per dare voce ad altri luoghi, ad altre opere della nostra storia locale.
Venerdì 21 aprile alle ore 21 la sede ANPI di Parma (Piazzale Barbieri, 1) aprirà le porte alla cittadinanza per un incontro con un ospite d’eccezione: il professor Angelo d’Orsi. Storico della filosofia e docente universitario di chiara fama, ma anche giornalista e attivista politico, d’Orsi è tra le altre cose uno dei maggiori conoscitori della figura e dell’opera di Antonio Gramsci, il cui pensiero partigiano e antifascista è tra i fari della nostra associazione. D’Orsi terrà una conferenza dal titolo “Nuovo ordine mondiale e vecchio disordine italiano. Un’analisi del tempo presente”. L’ingresso sarà a offerta libera fino a esaurimento posti. È consigliata la prenotazione, da effettuarsi esclusivamente via mail a anpicittapr@gmail.com.
L’iniziativa fa parte del ciclo “Ci vediamo all’ANPI”, iniziato lo scorso febbraio con una lezione del prof. Andrea Rapini. Un ciclo pensato dalla segreteria della sezione ANPI cittadina, al fine di fare luce su tanti argomenti che stanno a cuore alla nostra associazione con l’aiuto di alcuni tra i maggiori esperti esistenti.
Dopo la lezione del professor Angelo d’Orsi, l’appuntamento con “Ci vediamo all’ANPI” sarà per il 27 maggio con il professor Claudio Vercelli, tra i maggiori storici contemporanei, con una conferenza dal titolo “Neofascismo in grigio”.
“Laura e Lina, ben tornate a casa”. Cosi’ la nostra presidentessa ha salutato l’intitolazione della Sezione ANPI di Parma a Laura e Lina Polizzi, un’intitolazione che la segreteria in carica ha fortemente voluto. Per ricordare due figure fondamentali della Resistenza in città, e anche per dare un riconoscimento al ruolo delle donne nella Resistenza, che per molto tempo è stato subordinato a quello maschile. Oggi finalmente possiamo vedere riconosciuto il contributo delle donne alla causa comune.
Aldo Montermini è il figlio di Laura e il nipote di Lina. È stato il presidente della sezione provinciale di ANPI Parma fino al gennaio del 2022. Era ufficialmente presente all’inaugurazione, e gli abbiamo chiesto di raccontare per noi l’evento.
Sabato 1 aprile 2023
Da sabato 1 aprile la sezione cittadina dell’ANPI di Parma è diventata la “Sezione Laura e Lina Polizzi – Partigiane”
Sabato pomeriggio all’ANPI c’era tanta gente. Saluti, abbracci, strette di mano. Tanta voglia di ritrovarsi. Tanta voglia di riconoscersi compagni. La sala piena. Gente in piedi.
Lorenzo Lavagetto e Stefano Cresci hanno portato i saluti del Comune di Parma e dell’ANPI provinciale.
Brunella e Ilaria hanno parlato di Laura e di Lina ragazze dell’Oltretorrente, antifasciste e partigiane.
Della loro scelta uguale a quella di tante altre ragazze come loro. Due sorelle, la stessa scelta che però le ha condotte lungo strade diverse. Lina fino a vivere l’incubo della deportazione a Ravensbruck insieme a mamma Ida. Laura a muoversi nelle nebbie della clandestinità. Solitudine e paura.
Paola ha letto con emozione le loro testimonianze. Emozione che è diventata il pesante silenzio con cui la sala ha ascoltato il racconto che fa Lina della sua deportazione.
Io non potevo fare altro che scavare nei miei ricordi di bambino. Degli anni passati in quella casa ricavata nel sottotetto del numero 6 di vicolo Santa Maria. La casa dove ancora si riunivano quelli di prima, ma stavolta non per fare volantini contro la guerra e i fascisti, ma per giocare a carte dove in palio c’era solo l’arlia.
Adesso la targa è lì, ben visibile sulla cancellata di piazzale Tomaso Barbieri 1.
Un altro pezzo di memoria, un’ulteriore pietra d’inciampo che si aggiunge ai tanti segni, alle tante storie di donne e di uomini e luoghi che ci ricordano, ci interrogano e ci ammoniscono sul bene prezioso che ci hanno consegnato: la democrazia, la Repubblica, la libertà.
Oggi qualcuno vorrebbe rivoltare quella storia. Non ci riusciranno perché Laura e Lina sono più forti e più vive.
Ultimamente il sabato all’ANPI di Parma sta diventando impegnativo, sempre più’ coinvolgente e anche fonte di gratificazione.
Sabato 18 marzo abbiamo allestito il nostro primo banchetto per il tesseramento in Piazza dell’Annunziata; contemporaneamente, essendo ancora nel mese della donna, con l’ausilio delle Volontarie del Servizio Civile abbiamo voluto coinvolgere le donne cercando di instaurare un dialogo con le passanti sul tema della violenza. Erano stati preparati all’uopo dei piccoli omaggi e bigliettini da leggere che diventavano pretesto per iniziare il discorso. Avevamo esposto i nostri foulard e le bandiere della pace per richiamare l’attenzione. Non sono mancati dialoghi interessanti e anche siparietti gustosi. Abbiamo avuto numerosi nuovi iscritti ai quali abbiamo fatto dono di un bellissimo libro: “La città delle donne a vignette” che e’stato molto gradito. La cosa più bella in tutto ciò è stato il contatto diretto con le persone, fare nuove conoscenze e scambiare due parole con amici e vecchi tesserati. Riconoscere ed essere riconosciuti come portatori di ideali e sentire comuni e’ cosa bella e gratificante, sono momenti che fanno bene al cuore e vanno a rinforzare la voglia di impegnarsi e proseguire con gli impegni presi. In questo contesto abbiamo anche invitato le persone a venire in sede per partecipare alla libera lettura di poesia che teniamo una volta al mese. L’invito e’ stato raccolto e sabato scorso 25 marzo dei nuovi lettori si sono uniti al nostro drappello.
La lettura ad alta voce e’ sempre una nuova avventura, tutte le volte si rinnova il prodigio, le persone che all’inizio sono timide ed esitanti pian piano si aprono e rispondono allo stimolo che ognuno porta, in modo straordinario. I bigliettini escono dalle tasche o dalle borse le voci esitanti si fanno man mano più sicure sorgono domande e anche discussioni, a volte ci si commuove, spesso ci si emoziona, a volte si ride, saltan fuori discorsi inaspettati e sembra di essere piombati in una seduta di psicoterapia o in un gruppo di auto mutuo aiuto. Alla fine si esce sereni ed appagati con la promessa di tornare al prossimo appuntamento.
Pensare che l’ANPI possa fare anche questo e’ davvero bellissimo.
Abbiamo chiesto ad un amico di scrivere dell’evento:
E’ sabato mattina scorso, 11 marzo 2023, quando su invito dell’ANPI, è iniziato il lungo omaggio al “Guido” per eccellenza, il Comandante eroe delle Barricate del ’22, la cui Corona di alloro posta sotto la lapide era stata incendiata nottetempo da sconosciuti. Una sorta di pellegrinaggio laico, un fiore e un pensiero. Taluni arrivano in gruppo, altri con figli e genitori, molti in solitaria. Le visite si sono protratte per tutto il giorno e anche il giorno seguente e continueranno anche nei giorni a venire fino a quando non verrà posizionata un’altra corona al posto di quella distrutta dal fuoco.
Un cammino comune di popolo e sentimenti che rifiutano guerre e propagande, morti in mare e disumanità, vigliaccheria e prevaricazione sociale.
E come diceva una parente di Picelli in una maniera ingenua ed amorevole : “l’era pràn bél al me Guido. Mo indò el andé a fnìr? l’è andè acsì lontan…”
Anche noi vogliamo andare lontano, sulle ali di quei valori e sentimenti che Guido e il popolo del ’22 ci hanno tramandato.