ANPI Parma

Sezione Laura e Lina Polizzi

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Sono Rose, Fioriranno

Scarica la guida alle strade dedicate alle donne partigiane

Quest’anno l’Anpi nazionale ha dedicato il 25 aprile alla Resistenza delle donne, un gesto dal significato simbolico molto forte in un momento in cui nel nostro Paese viene costantemente attaccata la memoria di tutti coloro che hanno scelto di opporsi al fascismo e al nazismo e che hanno lottato anche a costo della propria vita. L’invito è a non dimenticarsi di nessuno né, soprattutto, di nessuna, portando un fiore nelle strade intitolate ad alcune partigiane. Per questo la sezione di Parma invita le cittadine e i cittadini a partecipare attivamente a questa iniziativa anche in città, inviandoci foto, video o brevi pensieri inerenti alla deposizione di una rosa in una delle strade che indichiamo nella guida in pdf da scaricare qui.

LA MEMORIA DIFFUSA

Il secondo appuntamento ce lo racconta la nostra Presidentessa:

Se cammino per la mia città e mi fermo a osservare ciò che ho intorno, mi accorgo che i luoghi, i monumenti, le pietre stesse racchiudono storie e memorie pronte a essere raccontate al viandante che sa domandare. Chi era Cesare della Pergola? Chi erano le persone i cui nomi troviamo incisi sulle pietre d’inciampo? 

Se immaginiamo di vivere in un mondo sostenibile, dobbiamo anche pensare di opporci alla frenesia della vita quotidiana, di rallentare e di trovare il tempo per scoprire, per ricercare il senso della memoria collettiva e della memoria personale. 

Ascoltare la narrazione delle vite di uomini, donne e bambini scomparsi nei campi di concentramento e di sterminio, di partigiane e partigiani che hanno pagato a caro prezzo la propria scelta e il proprio impegno, conoscere le loro storie e raccontarle a nostra volta significa fare in modo che esse possano rivivere in noi, possano essere ricordate tramite noi. Significa fare memoria attiva.

Le pietre d’inciampo intendono, infatti, ridare individualità a chi, nei campi di concentramento e di sterminio, fu ridotto a numero. Inciampare visivamente e mentalmente in una di queste piccole opere significa proprio cogliere l’occasione per fermarsi a riflettere sul passato.

Ed è questo il senso dell’iniziativa di domenica 2 aprile quando, alle ore 10.30, un folto numero di persone si è raccolto sotto i Portici del Grano per partecipare al secondo percorso di memoria diffusa tra le pietre d’inciampo del centro storico. Una mattinata di condivisione, organizzata dalla sezione “Laura e Lina Polizzi” dell’Anpi di Parma e dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea, che ha visto come voci narranti Marco Minardi e Irene Rizzi dell’Isrec e, come narratore musicale, Rocco Rosignoli dell’Anpi.

Dalla storia di Giorgio Nullo Foà, attraverso le vite di Dorice Muggia, Luigi Lusardi e Gino Amadasi, Arnaldo Canali, Sergio Larini, Aristide Zanacca, la passeggiata della memoria ha proseguito il suo percorso fino in via Torelli, dove il gruppo ha ascoltato con grande emozione gli eventi che hanno colpito la famiglia Della Pergola, per concludersi davanti allo Stadio Tardini, dove è stata posta la pietra d’inciampo che ricorda Renzo Cavallina. Intrecciare i linguaggi della memoria, come la narrazione storica e la musica, ha aperto a tutti noi partecipanti la possibilità non solo di conoscere le soggettività che stavamo incontrando ma anche di immergerci nella vita dei borghi di Parma durante il Novecento. Per molti camminare di nuovo e senza fretta tra le strade del centro ha significato ritessere anche i fili dei propri ricordi familiari, profondamente legati alla storia locale del Novecento.

Nonostante la pioggia e grazie alla bravura di Irene, Marco e Rocco che ci hanno accompagnato con entusiasmo e passione, la mattinata si è dimostrata, dunque, un momento culturale importante che ci ripromettiamo di ripetere in autunno per dare voce ad altri luoghi, ad altre opere della nostra storia locale. 

Brunella Manotti

21 aprile, appuntamento con Angelo d’Orsi all’ANPI di Parma

Venerdì 21 aprile alle ore 21 la sede ANPI di Parma (Piazzale Barbieri, 1) aprirà le porte alla cittadinanza per un incontro con un ospite d’eccezione: il professor Angelo d’Orsi. Storico della filosofia e docente universitario di chiara fama, ma anche giornalista e attivista politico, d’Orsi è tra le altre cose uno dei maggiori conoscitori della figura e dell’opera di Antonio Gramsci, il cui pensiero partigiano e antifascista è tra i fari della nostra associazione. D’Orsi terrà una conferenza dal titolo “Nuovo ordine mondiale e vecchio disordine italiano. Un’analisi del tempo presente”. L’ingresso sarà a offerta libera fino a esaurimento posti. È consigliata la prenotazione, da effettuarsi esclusivamente via mail a anpicittapr@gmail.com.

L’iniziativa fa parte del ciclo “Ci vediamo all’ANPI”, iniziato lo scorso febbraio con una lezione del prof. Andrea Rapini. Un ciclo pensato dalla segreteria della sezione ANPI cittadina, al fine di fare luce su tanti argomenti che stanno a cuore alla nostra associazione con l’aiuto di alcuni tra i maggiori esperti esistenti.

Dopo la lezione del professor Angelo d’Orsi, l’appuntamento con “Ci vediamo all’ANPI” sarà per il 27 maggio con il professor Claudio Vercelli, tra i maggiori storici contemporanei, con una conferenza dal titolo “Neofascismo in grigio”.

LAURA E LINA, BEN TORNATE A CASA

“Laura e Lina, ben tornate a casa”. Cosi’ la nostra presidentessa ha salutato l’intitolazione della Sezione ANPI di Parma a Laura e Lina Polizzi, un’intitolazione che la segreteria in carica ha fortemente voluto. Per ricordare due figure fondamentali della Resistenza in città, e anche per dare un riconoscimento al ruolo delle donne nella Resistenza, che per molto tempo è stato subordinato a quello maschile. Oggi finalmente possiamo vedere riconosciuto il contributo delle donne alla causa comune.

Aldo Montermini è il figlio di Laura e il nipote di Lina. È stato il presidente della sezione provinciale di ANPI Parma fino al gennaio del 2022. Era ufficialmente presente all’inaugurazione, e gli abbiamo chiesto di raccontare per noi l’evento.

Sabato 1 aprile 2023

Da sabato 1 aprile la sezione cittadina dell’ANPI di Parma è diventata la “Sezione Laura e Lina Polizzi – Partigiane”

Sabato pomeriggio all’ANPI c’era tanta gente. Saluti, abbracci, strette di mano. Tanta voglia di ritrovarsi. Tanta voglia di riconoscersi compagni. La sala piena. Gente in piedi.

Lorenzo Lavagetto e Stefano Cresci hanno portato i saluti del Comune di Parma e dell’ANPI provinciale.

Brunella e Ilaria hanno parlato di Laura e di Lina ragazze dell’Oltretorrente, antifasciste e partigiane.

Della loro scelta uguale a quella di tante altre ragazze come loro. Due sorelle, la stessa scelta che però le ha condotte lungo strade diverse. Lina fino a vivere l’incubo della deportazione a Ravensbruck insieme a mamma Ida. Laura a muoversi nelle nebbie della clandestinità. Solitudine e paura.

Paola ha letto con emozione le loro testimonianze. Emozione che è diventata il pesante silenzio con cui la sala ha ascoltato il racconto che fa Lina della sua deportazione.

Io non potevo fare altro che scavare nei miei ricordi di bambino. Degli anni passati in quella casa ricavata nel sottotetto del numero 6 di vicolo Santa Maria. La casa dove ancora si riunivano quelli di prima, ma stavolta non per fare volantini contro la guerra e i fascisti, ma per giocare a carte dove in palio c’era solo l’arlia.

Adesso la targa è lì, ben visibile sulla cancellata di piazzale Tomaso Barbieri 1.

Un altro pezzo di memoria, un’ulteriore pietra d’inciampo che si aggiunge ai tanti segni, alle tante storie di donne e di uomini e luoghi che ci ricordano, ci interrogano e ci ammoniscono sul bene prezioso che ci hanno consegnato: la democrazia, la Repubblica, la libertà.

Oggi qualcuno vorrebbe rivoltare quella storia. Non ci riusciranno perché Laura e Lina sono più forti e più vive.

Aldo Montermini

IL SABATO ALL’ANPI

Ultimamente il sabato all’ANPI di Parma sta diventando impegnativo, sempre più’ coinvolgente e anche fonte di gratificazione.

Sabato 18 marzo abbiamo allestito il nostro primo banchetto per il tesseramento in Piazza dell’Annunziata; contemporaneamente, essendo ancora nel mese della donna, con l’ausilio delle Volontarie del Servizio Civile abbiamo voluto coinvolgere le donne cercando di instaurare un dialogo con le passanti sul tema della violenza. Erano stati preparati all’uopo dei piccoli omaggi e bigliettini da leggere che diventavano pretesto per iniziare il discorso. Avevamo esposto i nostri foulard e le bandiere della pace per richiamare l’attenzione. Non sono mancati dialoghi interessanti e anche siparietti gustosi. Abbiamo avuto numerosi nuovi iscritti ai quali abbiamo fatto dono di un bellissimo libro: “La città delle donne a vignette” che e’stato molto gradito. La cosa più bella in tutto ciò è stato il contatto diretto con le persone, fare nuove conoscenze e scambiare due parole con amici e vecchi tesserati. Riconoscere ed essere riconosciuti come portatori di ideali e sentire comuni e’ cosa bella e gratificante, sono momenti che fanno bene al cuore e vanno a rinforzare la voglia di impegnarsi e proseguire con gli impegni presi. In questo contesto abbiamo anche invitato le persone a venire in sede per partecipare alla libera lettura di poesia che teniamo una volta al mese. L’invito e’ stato raccolto e sabato scorso 25 marzo dei nuovi lettori si sono uniti al nostro drappello.

La lettura ad alta voce e’ sempre una nuova avventura, tutte le volte si rinnova il prodigio, le persone che all’inizio sono timide ed esitanti pian piano si aprono e rispondono allo stimolo che ognuno porta, in modo straordinario. I bigliettini escono dalle tasche o dalle borse le voci esitanti si fanno man mano più sicure sorgono domande e anche discussioni, a volte ci si commuove, spesso ci si emoziona, a volte si ride, saltan fuori discorsi inaspettati e sembra di essere piombati in una seduta di psicoterapia o in un gruppo di auto mutuo aiuto. Alla fine si esce sereni ed appagati con la promessa di tornare al prossimo appuntamento.

Pensare che l’ANPI possa fare anche questo e’ davvero bellissimo.

#UNFIOREPERPICELLI

Abbiamo chiesto ad un amico di scrivere dell’evento:

E’ sabato mattina scorso, 11 marzo 2023, quando su invito dell’ANPI, è iniziato il lungo omaggio al “Guido” per eccellenza, il Comandante eroe delle Barricate del ’22, la cui Corona di alloro posta sotto la lapide era stata incendiata nottetempo da sconosciuti. Una sorta di pellegrinaggio laico, un fiore e un pensiero. Taluni arrivano in gruppo, altri con figli e genitori, molti in solitaria. Le visite si sono protratte per tutto il giorno e anche il giorno seguente e continueranno anche nei giorni a venire fino a quando non verrà posizionata un’altra corona al posto di quella distrutta dal fuoco.

Un cammino comune di popolo e sentimenti che rifiutano guerre e propagande, morti in mare e disumanità, vigliaccheria e prevaricazione sociale.

E come diceva una parente di Picelli in una maniera ingenua ed amorevole : “l’era pràn bél al me Guido. Mo indò el andé a fnìr? l’è andè acsì lontan…”

Anche noi vogliamo andare lontano, sulle ali di quei valori e sentimenti che Guido e il popolo del ’22 ci hanno tramandato.

Stefano Caffagnini

L’Autonomia regionale fa male all’Italia: RESOCONTO CONFERENZA PUBBLICA 4 MARZO

RESOCONTO CONFERENZA PUBBLICA 4 MARZO

Sabato 4 marzo ANPI provinciale, Anpi sezione di Parma e Coordinamento per la democrazia costituzionale di Parma hanno organizzato, presso il circolo Arci Zerbini, l’incontro pubblico dal titolo “L’Autonomia regionale fa male all’Italia”, con lo scopo di informare i cittadini in merito al progetto di autonomia regionale differenziata. Tale progetto, se attuato, minerebbe l’unità del Paese, aumentando le disuguaglianze e impedendo la tutela dei diritti per tutti i cittadini italiani, privilegiando le regioni più ricche e aggravando ancora di più le distanze fra il Nord e il Sud.

Le relazioni introduttive alle quali è seguito un vivace dibattito sono state tenute da Edoardo Fregoso (docente di storia del diritto) e Luigi Marino (Comitato nazionale ANPI).

Fregoso ha fatto un excursus storico sull’origine delle autonomie e una veloce panoramica sugli stati con sistemi costituzionali federalisti come Germania, Spagna e Inghilterra.

In particolare ha fatto un confronto tra i lander tedeschi e le nostre regioni mettendo in evidenza come i primi fossero già sovrani quando furono inseriti nella costituzione federalista, mentre le regioni non esistevano come entità autonome e al momento della Costituzione sono state disegnate in base a criteri opinabili.

La nostra Costituzione del 1948 ha previsto le autonomie. L’Art.114 prima della riforma del 2001 recitava “La repubblica si riparte in regioni, province e comuni” ma le funzioni attribuite a questi enti erano essenzialmente amministrative ed eventuali altre autonomie avrebbero dovuto essere “concesse” dallo Stato. Questo impianto è stato completamente modificato dalla riforma del titolo V. Lo studioso ha concluso il suo interessante intervento con la seguente frase che ci ha fatto riflettere: “Una bellissima Costituzione in presenza di una classe dirigente non adeguata funziona male, mentre a volte anche una cattiva costituzione in presenza di una buona classe dirigente può funzionare”.

Marino è partito dalla esposizione della modifica del titolo V avvenuta nel 2001 per volontà di un governo di centrosinistra che sperava in quel modo di fermare la volontà secessionista della Lega. Ha messo in evidenza come questa riforma sia stata fatta in modo affrettato e male. Basta confrontare la chiarezza e semplicità degli articoli scritti dai Padri e dalle Madri costituenti e quelli modificati dalla riforma del 2001. Non a caso questa riforma ha determinato in questi 20 anni tantissimi ricorsi alla Corte costituzionale per contenziosi tra stato e regioni. Purtroppo l’attuale progetto di legge Calderoli non è altro che l’attuazione di quanto reso possibile dalla riforma del titolo V del 2001.

L’ideale sarebbe cancellare quella riforma ma dopo 20 anni di attuazione e nell’attuale contesto politico è impensabile, quindi Villone ed altri costituzionalisti hanno predisposto una Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare che si propone di modificare radicalmente gli art. 116 e 117 ossia quelle parti che furono introdotte in Costituzione nel 2001 e che non hanno retto alla prova dei fatti.

La PDL si può anche firmare online al seguente indirizzo:

http://www.democraziacostituzionale.it

Genova-Istanbul: una biografia di resistenza attiva

Come abbiamo scritto nel comunicato stampa, attraverso le proprie esperienze esistenziali e politiche, l’autore ci accompagna in un viaggio emozionante e intenso che si sviluppa in un intreccio continuo tra storia locale e storia generale, un viaggio che ha come filo conduttore la lotta politica percepita come l’unica forma di resistenza possibile. Dal G8 di Genova a Piazza Taksim all’America Latina in un internazionalismo che diventa prassi di vita anche nel quotidiano e che Stefano Caffagnini vuole trasmettere come messaggio valoriale proprio attraverso le pagine della sua autobiografia militante. Un’autobiografia atipica perché, pur
presentandosi come lavoro di riordino della memoria, in particolare nella scelta di ciò che si vuole narrare della propria vita, non procede in ordine cronologico ma si sviluppa in una serie di racconti nei quali la voce dell’autore si accompagna a quelle numerose dei ragazzi e delle ragazze con le quali ha vissuto i propri sogni, la propria rivolta creando spesso una narrazione corale, come se ci fosse l’urgenza di scrivere anche per loro. In questo tratto è possibile trovare, con le dovute differenze, un filo comune a molte altre autobiografie, anche partigiane, nelle quali la propria lotta si saldava a quella dei compagni ancora vivi o persi durante la clandestinità, si saldava ai luoghi in cui si era combattuto. Compagni e luoghi diventano simbolicamente anche per Caffagnini quella casa comune, quello spazio
collettivo, di cui si respirano sia la ricerca sia la condivisione lungo tutte le pagine del libro.


E questo è anche il senso di ritrovarsi all’Anpi partendo dalla Resistenza storica come paradigma per riflettere insieme, in modo critico, sulle numerose forme di lotta sviluppatesi nei decenni di storia dell’Italia repubblicana, perché il comunismo di Stefano e il suo impegno sociale e politico negli anni che vanno dal G8 di Genova attraverso la Turchia fino all’oggi possono davvero essere letti come resistenza attiva.

25 febbraio: la Poesia è di nuovo Terra Libera (un resoconto)

Arrivano alla spicciolata gli amanti della poesia; accorrono come tanti uccellini intorno alle briciole sul davanzale. Oggi il davanzale è la nostra sede Anpi-sezione cittadina che è Terra libera e le briciole sono poesie, sparse sul tavolo ad accoglierci.

Disposte in cerchio, sguardi negli sguardi di persone nuove o già conosciute, a turno iniziamo a raccontarci la poesia, così come l’aveva concepita Elide La Vecchia, l’anima fondatrice di questi incontri.

Rompe il ghiaccio la voce delicata e avvolgente di Mariangela Gualtieri che dal tablet recita:

Come si fa a provare

un dolore vero. Come si fa

da quel dolore sentir nascere

un atto vero di pace. Come si fa

ad esser solidali fino alla radice.

In un susseguirsi di impressioni personali, alla ricerca di risposte a domande di portata universale o strettamente intima e personale si alternano le letture di Montale, di Alda Merini, di Francesco Scarabicchi, della Szymborska, di Garcia Lorca.

Si spazia negli anni e nei generi: dalla lettura di un dolcissimo lied d’amore estrapolato da una raccolta di autori tedeschi, passiamo al recentissimo e metaforico testo di un anarchico Ivan Fantini sulle mele brutte, scartate dalla società capitalista.

Qualcuno si limita ad ascoltare, qualcuno non si sente abbastanza pronto per leggere in pubblico ad alta voce; allora estrae timidamente dalla borsa un libro di poesie dalle pagine consunte, con la copertina ricoperta con cura di carta lucida blu, come per non volerlo sciupare e da quel libro prende un foglio di giornale ripiegato in quattro, lo apre e chiede : “Per favore, leggete voi questa poesia di Alda Merini, che io non sono brava.”

L’amica seduta di fianco a lei prende il foglio e legge, poi tutto viene ripiegato e riposto in quel libro che resta misterioso. Cos’è stato questo se non un momento di poesia, così come lo è stato la lettura dei versi dedicati alle scarpette piccolissime della nipotina ormai adulta, scritti da una tenerissima nonna Franca, che non esita a mettere a nudo le proprie emozioni più intime.

“Persone sagge e autorevoli dicono che a nessuno interessa la Poesia, e io incontro tizi con poesie in tasca, pronte a leggerle in ogni luogo”, questo scriveva Elide La Vecchia e anche quest’ultimo incontro di “La poesia è terra libera” è stato la prova di quanto avesse ragione.

Arrivederci alla prossima.

11 febbraio 2023 la “Desbanda’ “arriva ad Almeria

Siamo arrivati in tanti: circa 300. Lungo la strada ci aspettano molte persone, ci salutano, si aggiungono a noi. Camminando in fila indiana lungo la strada diventiamo un lunghissimo serpente che, colorato dalle nostre bandiere, si snoda e si allunga per diverse centinaia di metri.

All’ingresso di Almeria un’altra piccola folla si unisce a noi. C’e’ anche la banda e la loro musica ci accompagna festante.

Le donne aprono il corteo e al grido di “verdad justicia y reparación” invadiamo la citta’.

“Omaggio alle donne della carretera della morte” recita lo striscione, sotto ci sono stampati i loro nomi : sono una settantina e rappresentano tutte le migliaia di donne sconosciute che portarono sulle loro spalle il peso e la disperazione di quei terribili giorni.

Arriviamo al monumento alle vittime di Mauthausen dove si svolge l’atto conclusivo, giornalisti, rappresentanti di Istituti per la Memoria Storica e personaggi del mondo dello spettacolo portano il loro contributo.

Sul palco ci sono anche le sopravvissute, erano bambine, all’epoca dei fatti, adesso hanno dagli 84 ai 95 anni.

Soffia un vento impetuoso, ma nonostante l’eta’ loro restano li’ a testimoniare con le loro parole e la loro presenza quello che e’ avvenuto.

Perche’ non avvenga mai più’.

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